Le malattie infiammatorie croniche intestinali vengono definite IBD, dall’inglese Inflammatory Bowel Disease); le più note sono il morbo di Crohn (CD) e la rettocolite ulcerosa (RU) che colpiscono, indistintamente, pazienti di sesso maschile e di sesso femminile.
Si tratta di malattie idiopatiche (a causa sconosciuta), ma le ipotesi più plausibili includono predisposizione genetica, fattori ambientali e dismicrobismo intestinale (una condizione di disequilibrio della flora batterica).
La patogenesi (evoluzione delle stesse), invece, è considerata autoimmune.
Per quanto riguarda la predisposizione genetica, recentemente è stato isolato un gene (chiamato NOD2) che, se mutato, può rendere più suscettibili alla malattia di Crohn.
Tra i fattori ambientali, in grado di causare malattie infiammatorie, troviamo fumo, stress e situazioni di disagio psichico come ansia e depressione.
Il dismicrobismo, se non trattato, può portare ad uno stato di flogosi cronica che predispone le cellule epiteliali dell’intestino alla trasformazione neoplastica, aumentando così il rischio di carcinoma rispetto alla popolazione normale.
Recenti studi hanno dimostrato che i pazienti affetti da malattie infiammatorie cronico-intestinali presentano una flora batterica diversa rispetto a quelli sani: per questo è importantissimo, in caso di condizioni come cattiva digestione, diarrea, dolore o tensione addominale, effettuare un test del microbioma.
Si tratta di un importante screening, basato sulla cultura delle feci, che permette di conoscere la composizione della flora batterica ed evidenziare eventuali stati di disbiosi per poter agire tramite una specifica integrazione di probiotici e prebiotici.
Una flora batterica alterata può portare ad una lunga serie di patologie, anche degenerative, come: gastrite, ulcera da Helicobacter Pylori, sindrome dell’intestino irritabile, malattia diverticolare, malattie infiammatorie croniche, intolleranze alimentari e carcinomi.
Quali sono i sintomi delle malattie infiammatorie cronico intestinali?
Nonostante l’aggettivo “croniche”, le malattie infiammatorie intestinali presentano andamenti altalenanti con periodi di remissione e recidive.
Morbo di Crohn: diarrea e dolore addominale sono i sintomi iniziali più frequenti; se non trattato, può complicarsi con la formazione di stenosi che possono portare ad una totale occlusione intestinale (da trattare chirurgicamente).
Rettocolite ulcerosa: diarrea ematica (contenente sangue e muco) associata a sensazione di incompleta evacuazione (tenesmo); se non trattata, può portare a megacolon tossico o sviluppo di cancro sulla mucosa infiammata.
In entrambi i casi, in presenza di diarrea persistente o dolore addominale è bene rivolgersi ad un professionista per valutare la situazione, anche attraverso esami ematici (emocromo e marker infiammatori come VES, PCR e calprotectina), esame del microbioma o strumentali (ecografia, colonscopia, tac o risonanza magnetica addominale).
Come è possibile prevenire le malattie infiammatorie cronico intestinali?
Diete ricche di grassi e proteine animali, con scarso apporto di fibre ,aumentano l’insorgenza delle IBD mentre, di contro, un regime dietetico con basso apporto di grassi e proteine di origine animale favorisce il mantenimento di una flora eubiotica.
Un regime dietetico corretto, abbinato ad una specifica supplementazione di probiotici (sulla base dell’esito del test del microbioma), sono oggi il primario strumento di prevenzione delle malattie infiammatorie e neoplastiche del tratto gastrointestinale.
Lo stile di vita deve rimanere sempre sano ed attivo: l’attività fisica deve essere sempre presente e lo stress deve essere tenuto sotto controllo (in Studio, è possibile effettuare un monitoraggio dello stress che ci permette di agire mediante supplementazione di specifici micronutrienti finalizzati alla sua riduzione).
In caso di morbo di Crohn, la dieta più indicata è il protocollo FODMAP che permette di migliorare, notevolmente, le condizioni di diarrea e di dolore addominale, da seguire sempre, e solo, sotto indicazione e controllo di un professionista della nutrizione.
In caso di rettocolite ulcerosa, l’accorgimento più importante è quello di mantenere integra la mucosa intestinale, mentre la dieta varia significativamente in base allo stadio della malattia ed è sempre finalizzata al contenimento delle manifestazioni enteriche ed al mantenimento dell’equilibrio intestinale.