L’omocisteina è un aminoacido presente nel nostro organismo che deriva dalla metionina e viene utilizzato dalle nostre cellule come carburante per il proprio funzionamento.
Elevati livelli di omocisteina (iperomocisteinemia) sono correlati ad un aumentato rischio di malattie cardiovascolari ed ictus derivanti da trombosi arteriosa e venosa, oltre a patologie neurodegenerative e predisposizione allo sviluppo di fragilità ossea.
Iperomocisteinemia può essere riscontrata, inoltre, in pazienti con Alzheimer e con malattie infiammatorie acute (o croniche) a carico dell’apparato gastrointestinale.
Elevati valori durante la gravidanza vanno prontamente corretti perché rappresentano fattore di rischio per distacco placentare, malformazioni fetali, pre-eclampsia e aborto spontaneo.
Quali sono i sintomi dell’omocisteina alta?
L’iperomocisteinemia non determina alcun sintomo o segno clinico specifico, ma può essere associata a segnali subdoli come:
- Diarrea
- Senso di vertigini.
- Perdita dell’appetito.
- Battito cardiaco accelerato e/o fiato corto.
- Formicolio o intorpidimento di braccia e gambe (quando presente anche una carenza di vitamina B12).
Vista la non specificità dei sintomi, è bene controllarne frequentemente i valori tramite un semplice esame ematico abbinato alla ricerca dei valori di vitamina B12 ed acido folico.
Le cause di un suo aumento possono essere genetiche (ad esempio la presenza di malattie ereditarie) o ambientali (ad esempio una dieta povera di vegetali o l’utilizzo di alcune tipologie di farmaci).
In caso di iperomocisteinemia, come è possibile ridurne i livelli?
L’organismo abbassa spontaneamente i valori sierici utilizzando l’acido folico ma, se l’esame ematico evidenzia ugualmente un valore elevato, è necessario correre ai ripari aumentando l’apporto di vitamine del gruppo B, in particolare B6, B12 ed acido folico, sia tramite una modifica delle abitudini alimentari atta all’inserimento di questi nutrienti (avendo cura di non danneggiarli durante la cottura) che tramite supplementazione con specifici micronutrienti.
L’acido folico è presente in ortaggi e frutta ma non sempre in forma biodisponibile; inoltre, essendo una molecola termolabile e fotosensibile, le sue concentrazioni si riducono drasticamente in caso di cottura o di errata conservazione.
Le vitamine B12 e B6, di origine prevalentemente animale, aiutano ulteriormente ad abbassare i valori di omocisteina.
In caso di iperomocisteinemia è opportuno, quindi, seguire queste semplici indicazioni:
- Prediligere alimenti ricchi di fibre (frutta, verdura e cereali integrali).
- Consumare quanto più possibile la verdura a crudo.
- Limitare il consumo di grassi saturi.
- Preferire condimenti come olio extra vergine di oliva al posto di burro o strutto.
- Valutare, con un professionista della nutrizione, un piano di supplementazione specifica di micronutrienti, in particolar modo in soggetti con rischio cardiovascolare elevato.
- Evitare il fumo e l’abuso di bevande alcoliche.
- Effettuare attività fisica moderata ma costante.
Valori molto bassi, invece, non sono considerati fattore di rischio per patologie; si possono riscontrare in persone che non consumano alimenti di origine animale ma si tratta di un’evenienza rara anche per chi segue una dieta vegana stretta.
L’attività fisica aiuta a ridurre i livelli di omocisteina?
Un recente studio, eseguito su uomini e donne di età compresa tra 18 e 50 anni e su uomini e donne con età superiore ai 65 anni, ha dimostrato che l’attività fisica moderata (ma costante nel tempo) è correlata ad un minore livello di omocisteina nel sangue (oltre ad apportare numerosi benefici per il sistema cardiocircolatorio).